Ele Puca
Tailandia. C'è un'isola ancora sconosciuta al turismo di massa
Volendo abbinare qualche giorno di mare al mio viaggio in Cambogia, dopo lunghe ricerche, ho scelto l'arcipelago di Koh Chang.
Ho scartato la Cambogia mare, perché, per noi appassionati di snorkeling e sub, ci è sembrata poco attrattiva. La costa non mostra grande fascino e le isole di fronte alla capitale Sihanoukville, ci sono sembrate poco adatte.
Ho quindi optato per la #Tailandia.
Faccio una premessa: non sono un’amante della Thailandia mare. Seppur abbia visitato diverse località, da Krabi alle isole dell’arcipelago a sud di Ko Lanta, Phi Phi Island e The beach, Ko Samet e la costa occidentale, la costa orientale di Kao Lak e il poco conosciuto (allora) arcipelago delle Isole Similan (beh, qui il livello del mare è comunque decisamente più alto delle altre località), nessun luogo in particolare mi aveva impressionata.
Troppa folla, troppa confusione, poca visibilità, costruzioni selvagge. Tailandia, insomma.
Un luogo in particolare, però, mi era rimasto nel cuore: l’arcipelago di Koh Chang.
Sarà stato il rocambolesco motivo per cui l'ho scoperto, il tremendo Tsunami del 2001, io ero li, – ve lo racconto sul mio libro- , sarà stato perché all’epoca era un posto veramente remoto e sconosciuto ai più, sarà stata l'atmosfera hippie respirata sull'isola, fatto sta che alla prima occasione (e quale migliore, visto che arrivavo dalla Cambogia) ho deciso di tornare e visitare le isole a sud, Koh Mak e Koh Kood.
L’isola di Koh Chang negli ultimi anni ha subito un massiccio - e poco ecofriendly- sviluppo (è pur sempre la seconda isola della Thailandia, per dimensione), ma le isole limitrofe sono ancora in parte incontaminate. Ovviamente il motivo del limitato turismo è principalmente dovuto ai precari collegamenti ed alla distanza dalla capitale Bankgok.
Ci vuole del tempo per arrivare sino a qui, ma secondo me ne vale assolutamente la pena.
Avendo scelto l’isola di Koh Mak come prima tappa, ci siamo fatti accompagnare dal nostro driver sino a molo di Laem Ngop (in prossimità di Trat), da dove partono i traghetti diretti per l’isola. Qui troverete solamente un lungo pontile di pietra, un faro ed una minuscola biglietteria dove poter acquistare il biglietto sia d’andata che di ritorno dalle isole. Noi ci siamo fatti facilmente convincere dalla simpatica bigliettaia ed abbiamo prenotato anche il taxi che a ritorno ci avrebbe accompagnati dal molo all’aeroporto di Bangkok.
Fate attenzione, i taxisti non conosco bene la zona, e quindi accertatevi che vi abbiano accompagnati al molo giusto (ce ne sono due non molto distanti).

Ko Mak è stata definita dal Sunday Times una delle 10 #isole meno turistiche più belle al mondo.
Non senza motivo.
L’isola è piccolissima, con belle #spiagge e senza auto. Un piccolo paradiso per chi ama posti tranquilli.
Non sembra neanche Tailandia tanto è il silenzio, il turismo rispettoso, l'assenza di confusione.
Da qui si possono effettuare immersioni nelle isole vicine, e, vi dirò, per essere Tailandia gli spot non sono niente male.
Affittate un motorino e girovagate senza meta (e senza casco) per le stradine dell’isola! Scoprirete piccoli agglomerati di spartane capanne, dove vivono gli isolani e dove si produce la gomma, in maniera assolutamente artigianale.
Posso consigliare senza ombra di dubbio il Makathanee Resort. Una bella struttura fronte spiaggia, con il suo molo privato (dove arrivare e partire comodamente) con una buona colazione, stanze e bungalow confortevoli (se potete scegliere i bungalow. Sono direttamente sulla spiaggia). Massaggi in riva al mare.
Fuori dall’hotel trovere tutto quello che vi serve. Una lavanderia, una farmacia, motorini da affittare e qualche ristorantino veramente carino.
Dopo qualche giorno, ci siamo trasferiti (con un collegamento diretto) a Koh Kood.
Quest’isola, ancora in parte vergine, è decisamente più grande, ma altrettanto bella. Qui abbiamo soggiornato prima nella zona Sud e poi nella zona centrale. Dedicate qualche giorno al relax all’esplorazione dell’isola, ai villaggi su palafitte (dove troverete anche ottimi ristorantini dei pescatori locali), alle cascate, alle spiagge da cartolina (una su tutte: arrivate a Bann Makok e discendete il fiume con una canoa, rimarrete esterrefatti) e sorseggiate un cocktail al Monkey Bar.

Se volete coccolarvi, senza badare troppo al prezzo, consiglio lo Shantaa Koh Kood. Bello, elegante con bungalow meravigliosi (noi abbiamo fatto una follia e scelto il bungalow “extra sweet”). Se volete qualcosa di più economico, ma con una bella spiaggia (anche se un po’ defilato) provate il Koh Kood Ao Prao Beach.
Buon divertimento!